
Datore di lavoro di fatto: i criteri di accertamento
La sentenza prende le mosse da un evento spiacevole che ha generato un infortunio sul lavoro. Il dipendente di una struttura ricettiva era stato incaricato di accendere il fuoco in occasione di una grigliata all’aperto, su un terreno poco distante dalla struttura, per gli ospiti.
Nel tentativo di ravvivare la fiamma, il dipendente ha usato una bottiglia di alcool che, con il ritorno, lo ha ustionato.
L’organizzatore della cena era il marito della titolare della struttura ricettiva e gli viene contestato, in quanto datore di lavoro di fatto, di aver incaricato un dipendente (il guardiano notturno) di compiere mansioni che esulavano dalla sua funzione.
Il dipendente è stato quindi esposto a rischi senza essere stato adeguatamente formato.
L’iter giudiziario e la sentenza di Cassazione
Condannato nei due primi gradi di giudizio lo stesso ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione sulla base della osservazione di non rivestire nell’ organizzazione dell’azienda la figura di datore di lavoro, essendo la moglie titolare della stessa, e che l’incidente era avvenuto durante una grigliata fra amici.
La suprema Corte ha però rigettato il ricorso stesso, ritenendolo inammissibile, e ha precisato in merito che la posizione di garanzia, che può essere generata da una investitura formale o dall'esercizio di fatto delle funzioni tipiche delle diverse figure di garante deve essere individuata accertando in concreto la effettiva titolarità del potere-dovere di gestione della fonte di pericolo, alla luce delle specifiche circostanze in cui si è verificato il sinistro.