
Campi elettromagnetici: come prevenire il rischio esposizione
Per proteggere i lavoratori dai rischi connessi all’esposizione da campi elettromagnetici è prima di tutto fondamentale porre in atto una valutazione attenta in base ai criteri stabiliti dall’articolo 181 del d.lgs 81/2008 che tratta degli agenti fisici.
L’obiettivo della valutazione non è la mera misurazione del rischio ma la sua riduzione, con la conseguente adozione di tutte le misure di prevenzione necessarie a proteggere lavoratrici e lavoratori non solo nell’immediato ma anche, soprattutto, nel lungo periodo.
La valutazione del rischio correlata all’esposizione campi elettromagnetici va gestita e rinnovata con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato che abbia la certificazione del possesso di specifiche competenze in materia.
È importante poi ricordare che la valutazione del rischio andrà rinnovata ogni qualvolta si verifichino mutamenti che la possano rendere obsoleta.
Effetti indiretti da esposizione campi elettromagnetici
In genere si prevengono applicando i valori limite per la popolazione generale.
Questi valori limite sono indicati nella Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999.
I principali effetti indiretti sono:
- interferenze con attrezzature o dispositivi medici impiantati attivi;
- interferenze con dispositivi impiantati passivi, es.: protesi articolari, chiodi, fili o piastre di metallo;
- effetti su schegge metalliche, tatuaggi, piercing etc ;
- rischio di proiettili a causa di oggetti ferromagnetici non fissi in un campo magnetico statico;
- innesco involontario di detonatori;
- innesco di incendi o esplosioni a causa di materiali infiammabili o esplosivi;
- scosse elettriche o ustioni dovute a correnti di contatto quando una persona tocca un oggetto conduttore in un campo elettromagnetico e uno dei due non è collegato a terra
Importante anche sottolineare che in questo testo non sono previsti gli effetti a lungo termine in quanto, ad oggi, non sussistono studi scientifici comprovati in merito.