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Rifiuti organici: una sfida alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro

Rifiuti organici: una sfida alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro

Nel panorama della gestione dei rifiuti, l’attenzione si concentra sempre più sulla corretta raccolta, recupero e smaltimento dei cosiddetti rifiuti organici. Parliamo di materiali biodegradabili provenienti da giardini e parchi, da attività commerciali alimentari, dalle mense, dal catering o da ristoranti, nonché da impianti di trasformazione alimentare.

Si tratta di rifiuti che, pur non rientrando tra quelli pericolosi in senso stretto, presentano rischi professionali che vanno attentamente valutati e gestiti. (Fonte: rielaborazione)

Il ruolo dei soggetti coinvolti – produttori, raccoglitori e centri di recupero – è centrale nel definire modalità operative, organizzative e tecniche tali da tutelare la salute dei lavoratori e garantire la conformità normativa.

Identificare i rischi professionali nella filiera

Quando si parla di rifiuti organici, i rischi non si limitano alla pura manipolazione del materiale: ci sono implicazioni biologiche, chimiche, meccaniche, organizzative e anche legate agli impianti e ai veicoli utilizzati. Vediamo alcuni punti chiave.

Rischi biologici

I rifiuti organici sono ambiente favorevole alla proliferazione di microrganismi. La conservazione in condizioni non ottimali, contenitori danneggiati o non adeguati e lo stoccaggio prolungato aumentano il pericolo di infezioni per gli operatori, contatti cutanei accidentali o bioaerosol inalati.

Rischi chimici e tossici

Durante la degradazione dei materiali organici, o durante il trasporto e lo stoccaggio, possono formarsi gas come H₂S, ammoniaca, composti organici volatili (COV), monossido di carbonio: tutti fattori che implicano problemi respiratori, neurologici o tossici.

Rischi meccanici, di movimentazione e trasporto

Gli operatori sono esposti anche a rischi più “tradizionali”: movimentazione manuale di contenitori pesanti o irregolari, veicoli in movimento, adduzione e scarico dei rifiuti, attrezzature in prossimità di zone di carico/scarico, presenza di fossi o piattaforme. Tutto ciò presuppone un’attenta analisi in sede di valutazione dei rischi.

Rischi specifici negli impianti di recupero

Negli impianti di compostaggio o metanizzazione, si aggiungono ulteriori criticità: emissioni di bioaerosol, gas in atmosfera chiusa, rischio di incendio o esplosione (specialmente nelle fasi di metanizzazione), macchinari complessi che richiedono manutenzione e attenzione al layout degli spazi di lavoro.

Perché è indispensabile una valutazione dei rischi dedicata

La norma di riferimento in ambito italiano (D.Lgs. 81/2008) attribuisce al datore di lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nel caso dei rifiuti organici, l’apparente innocuità (essendo rifiuti “non pericolosi”) può condurre a sottovalutazioni: una gestione poco illuminata può tradursi in infortuni, malattie professionali o inefficienze operative.

Una valutazione specifica permette di:

  • mappare le diverse fasi della filiera (produzione, raccolta/trasporto, recupero) e analizzare per ciascuna i pericoli presenti;
  • individuare le misure di prevenzione necessarie (collettive, individuali, organizzative) e integrarle nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • definire responsabilità e ruoli (produttore, trasportatore, impianto di recupero) e le interfacce tra essi;
  • monitorare e migliorare costantemente le procedure operative, la formazione del personale, la manutenzione delle attrezzature e la corretta scelta dei contenitori e dei mezzi di trasporto.

Misure preventive concrete: cosa mettere in campo

Ecco alcune indicazioni operative che derivano dalle osservazioni della filiera dei rifiuti organici — utili per imprese, impianti e professionisti della sicurezza.

In fase di stoccaggio presso il produttore

  • Conservare i rifiuti organici in ambienti freschi e ben aerati: ciò rallenta la formazione di gas, odori e proliferazione batterica.
  • Adeguare la frequenza di raccolta al volume effettivamente prodotto: non lasciare rifiuti fermente troppo a lungo.
  • Utilizzare contenitori adatti, in buono stato, dimensionati in base al carico, con chiusura e ruote se necessario.
  • Igiene: pulizia regolare dei contenitori, manutenzione delle ruote e delle chiusure, corretta gestione di possibili fuoriuscite.

Nel trasporto

  • Verificare la tenuta stagna dei contenitori e lo stato dei mezzi di trasporto.
  • Stabilire protocolli di sicurezza per carico/scarico, utilizzo di rilevatori di gas portatili da parte del personale quando necessario.
  • Mantenere la pulizia dei mezzi, soprattutto se si utilizzano automezzi specializzati (camion con cassoni, autocisterne, idropulitrici) che possono presentare rischi specifici.

Negli impianti di recupero

  • Automatizzare le fasi più rischiose, dove possibile, per ridurre l’esposizione diretta dell’operatore ai rifiuti e ai gas.
  • Utilizzare aspirazione e trattamento dell’aria, confinamento degli impianti, rilevatori di gas fissi e portatili.
  • In presenza di rischio residuo (ad esempio bioaerosol, gas), dotare gli operatori di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati: guanti, protezione respiratoria, viso, ecc.
  • Prevedere e gestire il rischio incendio/esplosione: definire zone ATEX, tenere sotto controllo le condizioni di stoccaggio prima della metanizzazione, evitare accumuli di gas infiammabili.

Gestione organizzativa e formativa

  • Formare gli operatori sui rischi specifici: movimentazione manuale, posture errate, veicoli, attrezzature, contaminazione biologica e chimica.
  • Predisporre un piano di traffico interno, separazione pedoni/veicoli, definizione delle zone di operazione e di carico/scarico.
  • Monitorare le condizioni operative, instaurare un sistema di manutenzione preventiva delle macchine e dei mezzi di trasporto.
  • Individuare segnali precoci di disagio (infortuni, quasi‐incidenti, esposizioni impreviste) e agire con miglioramenti.

Il valore della consulenza specializzata

Affidarsi a professionisti della sicurezza significa non dover reinventare la ruota ogni volta, ma applicare una metodologia collaudata: analisi del contesto, identificazione dei pericoli, valutazione dei rischi, definizione delle misure preventive, formazione degli operatori, monitoraggio e miglioramento continuo.

Lo studio Bini Engineering, forte della sua esperienza nella redazione di valutazioni tecniche di sicurezza, è in grado di affiancare le aziende lungo l’intera filiera: dalla produzione dei rifiuti organici al trasporto, fino agli impianti di recupero. Garantisce una valutazione puntuale, aggiornata e conforme alla normativa vigente, oltre a supporto nell’implementazione delle misure preventive e nella formazione del personale.

La gestione sicura dei rifiuti organici non è un semplice obbligo normativo: è un investimento sulla protezione dei lavoratori, sull’efficienza operativa e sulla reputazione aziendale. Un’azienda che affronta correttamente la valutazione dei rischi legati a questa filiera dimostra attenzione reale alla salute e alla sicurezza, evitando sanzioni, incidenti e costi imprevisti.

Invitiamo chiunque operi nella produzione, raccolta, trasporto o recupero di rifiuti organici a contattarci.

Studio Bini Engineering è pronto a supportarvi nella realizzazione della valutazione dei rischi, nell’identificazione e nell’attuazione delle misure di sicurezza specifiche, e nella formazione del personale. Contattateci per una consulenza personalizzata: insieme possiamo garantire un ambiente di lavoro più sicuro e conforme.

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